La questione dell'abiogenesi, il fatto cioè che la vita si sia originata da elementi non viventi, mi ha sempre affascinato, però sono cresciuto in un ambiente familiare particolarmente bigotto, appartenente ad una comunità fanaticamente legata alla Bibbia e quindi assolutamente creazionista.
Se solo avessi provato a mettere in dubbio certi "racconti fantasiosi" spacciati per storia realmente accaduta, sarei stato immediatamente radiato dalla comunità ed emarginato come un criminale.
Per fortuna queste brutte esperienze fanno ormai parte del passato.
Tralasciando ora le leggende religiose e tornando alla scienza, è plausibile che la vita sia derivata da elementi non biologici?
Ho letto un articolo pubblicato su Science Advances, che spiega come tale processo sia tutt'altro che una pura teoria.
Tutta la vita sulla Terra si basa sugli amminoacidi, spesso indicati come i "mattoni della vita". La presenza di amminoacidi anche sui meteoriti indica che probabilmente erano abbondanti sulla Terra quando iniziò la vita. Tuttavia, la scintilla originaria della vita richiedeva anche energia per assemblare questi elementi costitutivi, il che avrebbe richiesto un catalizzatore.
Un gruppo di ricerca della Rutgers University ritiene che questo sia stato probabilmente un peptide contenente l'elemento nichel. L'hanno chiamato Nickelback.
La struttura modello di Nickelback combina due ioni nichel con una catena di 13 aminoacidi. Le proprietà metalliche del nichel agiscono come un attrattore di elettroni e protoni da altri elementi.
"Gli scienziati ritengono che tra 3,5 e 3,8 miliardi di anni fa ci sia stato un punto di svolta, qualcosa che ha dato il via al cambiamento dalla chimica prebiotica - le molecole prima della vita - ai sistemi viventi e biologici", ha affermato Vikas Nanda, ricercatore presso il Center for Advanced Biotechnology and Medicine (CABM) di Rutgers. “Riteniamo che il cambiamento sia stato innescato da alcune piccole proteine, precursori che hanno svolto passaggi chiave in un'antica reazione metabolica. Pensiamo di aver trovato uno di questi 'peptidi pionieri'".
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