Guerra alle zanzare!

 100 anni fa fu scoperta un'arma biologica che potrebbe rivoluzionare una guerra che dura da migliaia di anni e che ogni anno causa numerose vittime umane. 

Si stima che nel mondo quasi 700 milioni di persone, con oltre un milione di morti, ogni anno siano colpite da una malattia trasmessa dalle zanzare. 

Il World Mosquito Program ha iniziato a produrre zanzare che combattono le malattie in Brasile. Queste zanzare sono infettate da un ceppo batterico che impedisce loro di trasmettere patogeni e potrebbe proteggere fino a 70 milioni di persone da malattie come la dengue e la Zika. L’organizzazione no-profit produrrà fino a cinque miliardi di zanzare infette da batteri all’anno nei prossimi dieci anni. 

Il World Mosquito Program (WMP) è un'iniziativa globale che mira a ridurre la trasmissione di malattie virali come dengue, Zika, chikungunya e febbre gialla, tutte trasmesse dalle zanzare, in particolare la specie Aedes aegypti (che al momento non è presente in Italia). Questo programma si distingue per il suo approccio innovativo che utilizza il batterio Wolbachia, un microrganismo che infetta naturalmente molte specie di insetti. 

Femmina di zanzara Aedes aegypti (che al momento non è presente in Italia)

Il batterio è stato identificato 100 anni fa, nel 1924 da Marshall Hertig e S. Burt Wolbach nella zanzara comune (Culex pipiens)

Il patologo S. Burt Wolbach

L'entomologo Marshall Hertig
 
 

Hertig lo descrisse formalmente nel 1936 dandogli il nome di Wolbachia pipientis. Tale scoperta rimase confinata in pochi ambienti, per lo scarso interesse, fino al 1971 quando Janice Yen e Ralph A. Barr della University of California a Los Angeles scoprirono che le uova di zanzara Culex venivano uccise per una particolare incompatibilità citoplasmatica quando lo sperma dei maschi proveniva da individui portatori di Wolbachia. 

Batteri Wolbachia all'interno di una cellula animale

Normalmente il batterio non infetta le zanzare Aedes aegypti

Il WMP introduce zanzare Aedes aegypti infettate con Wolbachia nelle popolazioni di zanzare locali. Questo batterio ha la capacità di interferire con la capacità delle zanzare di trasmettere virus agli esseri umani. Quando una zanzara infettata con Wolbachia si accoppia con una zanzara non infetta, la progenie eredita il batterio, portando gradualmente alla diffusione di Wolbachia in tutta la popolazione di zanzare locali.

L'approccio è considerato sicuro per l'ambiente e per gli esseri umani, poiché non prevede l'uso di pesticidi o modifiche genetiche.

Le zanzare infettate con Wolbachia hanno una capacità significativamente ridotta di trasmettere i virus, riducendo così l'incidenza di malattie come dengue e Zika nelle aree trattate.

Una volta stabilito nella popolazione di zanzare, Wolbachia si diffonde naturalmente senza la necessità di interventi continui.

Il programma è attivo in numerosi paesi, tra cui Australia, Brasile, Colombia, Indonesia e Vietnam, e i risultati sono stati promettenti con una significativa riduzione dei casi di dengue in molte delle aree trattate.

Nonostante il successo, il WMP deve affrontare alcune sfide, come la necessità di monitorare continuamente l'efficacia del programma, l'accettazione della comunità locale, e l'adattamento a diverse condizioni ecologiche e culturali.

Il World Mosquito Program rappresenta quindi un approccio promettente e innovativo per la lotta contro malattie trasmesse dalle zanzare, combinando la biotecnologia con un impatto ambientale minimo. 


fonti: 

World Mosquito Pgogram 

Guida ISS sulle zanzare 

Aedes aegypti e Aedes albopictus aree geografiche 

Wolbachia

Studies on Rickettsia-like microorganisms in insects



Quanto è attendibile il test di Rorschach?

Buongiorno cari amici, oggi vi racconto un'esperienza emozionante che ho vissuto.
Per curiosità, ho fatto il test di Rorschach con uno psicologo e ho scoperto una cosa sorprendente.
Ecco la conversazione:


-Io: "E quindi lei in base a questo test può dirmi molte cose sulla mia personalità?"
-Dott: "Ma certo, lei mi dica cosa vede in questa figura".


-Io: "Un pipistrello".
-Dott: "Bene. E in quest'altra?"


-Io: "Un altro pipistrello".
-Dott: "Interessante. Ora mi dica cosa vede in questa".


-Io: "Sempre un pipistrello".
-Dott: "Affascinante!"
-Io: "Dott. non mi tenga sulle spine, mi dica cosa risulta. E' grave? Cosa ha scoperto?"
-Dott: "Lei è Batman!" 🦇😂😂😂


A parte gli scherzi, volevo semplicemente parlarvi di questo famoso test, risalente al 1921, perché mi sono chiesto:
Ma quanto è attendibile il test di Rorschach?
Ed ecco la risposta tratta da un articolo di «Le Scienze».
Il test proposto negli anni venti dallo psichiatra svizzero Hermann Rorschach - nel quale si chiede ai soggetti di descrivere ciò che vedono in una serie di dieci macchie d’inchiostro - è il più popolare tra i metodi proiettivi ed è somministrato ogni anno a centinaia di migliaia, o forse milioni, di persone.
A dispetto della sua popolarità, il sistema inciampa su due importanti criteri che risultavano già problematici all'inizio: l’affidabilità nella valutazione e la validità. Uno strumento affidabile nella valutazione porta a risultati analoghi indipendentemente da chi valuta e tabula le risposte. Una tecnica è valida se misura ciò che intende misurare.
Il metodo non individua in modo costante depressione, ansia o personalità psicopatica. Inoltre, per quanto gli psicologi somministrino il Rorschach per stabilire la propensione alla violenza, all’impulsività e al comportamento criminale, le ricerche fanno ritenere che nemmeno per questi obiettivi il test sia valido.
I risultati delle nostre ricerche servono forse a contrastare un quadro delle tecniche proiettive eccessivamente roseo. I nostri risultati offrono anche una lezione più ampia per chi pratica nelle cliniche, per gli studenti di psicologia e anche per il grande pubblico: perfino i professionisti di più lunga esperienza possono essere ingannati dalle loro intuizioni e dalla loro fiducia in strumenti la cui efficacia non trova conforto nei dati.
Generalmente non è considerato un test su cui basarsi senza ulteriori approfondimenti.


link all'articolo su Le Scienze



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