Una storia raccontata diversamente

 La penicillina. 

La storia ufficiale che ci raccontano a scuola dice che il 28 settembre 1928, un medico scozzese scoprì casualmente questo antibiotico naturale. Forse non tutti sanno però che il primo ricercatore cui si deve la scoperta degli antibiotici non è in realtà lo scozzese Fleming, bensì un italiano che nel 1895 descrisse il potere battericida di alcune muffe anticipando di oltre trenta anni la scoperta della penicillina da parte di Fleming 

Micrografia elettronica a scansione di muffe Penicillium che
producono catene di spore. Fornito da David Gregory e Debbie 

Nel 1895, il medico italiano Vincenzo Tiberio fece una scoperta rivoluzionaria che, purtroppo, passò inosservata per decenni. Durante il suo soggiorno presso la casa degli zii ad Arzano, vicino Napoli, Tiberio notò che la pulizia del pozzo di casa, che rimuoveva le muffe dalle pareti, era seguita da un aumento delle infezioni intestinali tra gli abitanti. Quando le muffe ricomparivano, le infezioni diminuivano.

Muffe Penicillium su piastra di Petri


Curioso di capire il fenomeno, Tiberio iniziò a raccogliere e analizzare le muffe, scoprendo che alcune di esse, come il Penicillium glaucum, avevano proprietà antibatteriche. Dopo aver condotto esperimenti in laboratorio, riuscì a dimostrare che gli estratti di queste muffe potevano inibire la crescita dei batteri. 

Penicillium glaucum


Tiberio scriveva: "Ho voluto osservare quale azione hanno sugli schizomiceti i prodotti cellulari, solubili in acqua, di alcuni ifomiceti comunissimi: Penicillium glaucum, Mucor mucedo ed Aspergillus flavescens. Per le loro proprietà le muffe sarebbero di forte ostacolo alla vita e alla propagazione dei batteri patogeni". 

L'articolo scritto da Tiberio per la rivista italiana Annali di Igiene Sperimentale nel 1895


Nei documenti scritti da Vincenzo Tiberio sono descritte in dettaglio le condizioni di crescita delle varie muffe isolate, il metodo di estrazione acquoso delle muffe e il loro potere battericida sia in vitro sia in vivo. Viene evidenziato il potere chemiotattico degli estratti delle muffe nelle infezioni da “Bacillo del tifo” e “Vibrione del colera”, con l’utilizzo come cavie dei conigli e la tecnica delle infusioni sottocutanea e intraperitoneale. Il lavoro risulta molto meticoloso, con dettagli sperimentali e una serie di tabelle in cui riporta l’azione degli estratti sulle cavie utilizzate. 



Nonostante la portata della sua scoperta, Tiberio non ricevette il riconoscimento che meritava. Pubblicò i suoi risultati sulla rivista italiana Annali di Igiene Sperimentale nel 1895, ma la comunità scientifica dell’epoca non prestò attenzione alle sue ricerche. Solo molti anni dopo, nel 1928, Alexander Fleming riscoprì le proprietà antibatteriche del Penicillium, ottenendo il Nobel per la medicina nel 1945.

La storia di Vincenzo Tiberio è un esempio di come il contesto e la comunicazione scientifica possano influenzare il riconoscimento delle scoperte. Oggi, il suo lavoro è finalmente riconosciuto come una pietra miliare nella storia della medicina. 


fonti: 

https://www.focus.it/cultura/storia/tiberio-litaliano-che-scopri-la-penicillina-molto-prima-di-fleming

http://www.storiadellamedicina.net/vincenzo-tiberio-e-la-scoperta-della-penicillina/ 

https://www.rainews.it/tgr/molise/video/2019/06/mol-penicillina-medicina-farmaci-scienza-ricerca-456774c9-7175-4a65-b839-3317a3cfb0d2.html 




Storia di un'estinzione

 La notte del 7 settembre 1936 muore l'ultimo esemplare di tigre della Tasmania. 

Cari amici, eccomi qui con il mio giovane amico Cyno, il tilacino (Thylacinus cynocephalus) comunemente conosciuto come tigre della Tasmania o anche lupo marsupiale. 

Io e Cyno

Il fatto è che Cyno non è né un lupo né una tigre, e, pur somigliando a un cane, specialmente per quanto concernente la conformazione del cranio, 

Cranio di Tilacino
Grande apertura delle fauci 

il tilacino in quanto marsupiale è solo molto, molto lontanamente imparentato con esso. 

Reperti fossili indicano che Placentati (come il cane) e Marsupiali (come Cyno) si sono separati da un progenitore comune circa 160 milioni di anni fa. 

Articolo su Nature che indica la separazione tra marsupiali e placentati 

I parenti più prossimi di Cyno, sono il numbat (Myrmecobius fasciatus) e il diavolo di Tasmania (Sarcophilus harrisii). 

Diavolo di Tasmania 

Numbat
Linea evolutiva del Tilacino
 

Il Tilacino era un animale solitario e notturno, che si nutriva principalmente di piccoli marsupiali e uccelli. 

Ma purtroppo gli ignoranti coloni gli attribuirono la fama di ladro di bestiame, e vennero introdotte taglie per ogni capo ucciso. 

Già nel 1830 la compagnia della Terra di Van Diemen introdusse le prime ricompense, mentre fra il 1888 ed il 1909 il governo tasmaniano pose una taglia di un dollaro australiano (circa 122 euro) per ciascuna testa di adulto e dieci scellini per cucciolo, pagandone in totale 2.184, sebbene si pensi che gli animali uccisi furono ben più numerosi. 

Cacciatore con un esemplare ucciso

Alla caccia spietata a cui i tilacini venivano sottoposti si aggiungeva la competizione con i cani usati dall’uomo, l'alterazione dell’habitat, la sparizione di molte delle sue prede, anch’esse cacciate dall’uomo e da gatti, topi e cani introdotti dall'uomo, portatori di cimurro. 

L’ultima uccisione di un tilacino fu nel 1930 per mano di un bifolco, il fattore Wilf Batty che sparò all'esemplare maschio che si aggirava sui suoi terreni. 

Il bifolco Wilf Batty con il Tilacino da lui ucciso

Il tilacino si è estinto nel 1936 con la morte in cattività di Benjamin, ultimo esemplare ospite dello zoo di Hobart, in Tasmania. 


Un tilacino in cattività

Venne catturato vivo nel 1933 e tenuto in cattività all’Hobart Zoo. 

Il nome “Benjamin” venne assegnato all’animale solo nel maggio del 1968, quando il sedicente allora guardiano dello zoo Frank Darby dichiarò che lo staff era solito appellare familiarmente in tal modo l’esemplare, sebbene non esistano prove a riguardo e anzi la curatrice dello zoo all’epoca Alison Reid e il pubblicista dello stesso, Michael Sharland, abbiano sempre smentito tale affermazione e addirittura dichiarato di non ricordare Darby come membro dello staff dello zoo.

Benjamin morì il 7 settembre 1936, rimanendo chiuso fuori dal suo alloggio per la notte e quindi patendo la grande escursione termica fra il giorno e la notte. 

Paradossalmente, 59 giorni prima della morte (il 10 luglio 1936) il governo tasmaniano decretò in maniera ufficiale lo status di specie in pericolo di estinzione del tilacino.

La sua morte segna la fine della tigre della Tasmania come specie. 

Questo splendido animale è stato sterminato dall’avidità e dall'ignoranza dei coloni e dallo sconsiderato sfruttamento del suo habitat. 

Fonte principale delle informazioni


Credit video: 

https://www.youtube.com/watch?v=6gt0X-27GXM&ab_channel=NFSAFilms


Guerra alle zanzare!

 100 anni fa fu scoperta un'arma biologica che potrebbe rivoluzionare una guerra che dura da migliaia di anni e che ogni anno causa numerose vittime umane. 

Si stima che nel mondo quasi 700 milioni di persone, con oltre un milione di morti, ogni anno siano colpite da una malattia trasmessa dalle zanzare. 

Il World Mosquito Program ha iniziato a produrre zanzare che combattono le malattie in Brasile. Queste zanzare sono infettate da un ceppo batterico che impedisce loro di trasmettere patogeni e potrebbe proteggere fino a 70 milioni di persone da malattie come la dengue e la Zika. L’organizzazione no-profit produrrà fino a cinque miliardi di zanzare infette da batteri all’anno nei prossimi dieci anni. 

Il World Mosquito Program (WMP) è un'iniziativa globale che mira a ridurre la trasmissione di malattie virali come dengue, Zika, chikungunya e febbre gialla, tutte trasmesse dalle zanzare, in particolare la specie Aedes aegypti (che al momento non è presente in Italia). Questo programma si distingue per il suo approccio innovativo che utilizza il batterio Wolbachia, un microrganismo che infetta naturalmente molte specie di insetti. 

Femmina di zanzara Aedes aegypti (che al momento non è presente in Italia)

Il batterio è stato identificato 100 anni fa, nel 1924 da Marshall Hertig e S. Burt Wolbach nella zanzara comune (Culex pipiens)

Il patologo S. Burt Wolbach

L'entomologo Marshall Hertig
 
 

Hertig lo descrisse formalmente nel 1936 dandogli il nome di Wolbachia pipientis. Tale scoperta rimase confinata in pochi ambienti, per lo scarso interesse, fino al 1971 quando Janice Yen e Ralph A. Barr della University of California a Los Angeles scoprirono che le uova di zanzara Culex venivano uccise per una particolare incompatibilità citoplasmatica quando lo sperma dei maschi proveniva da individui portatori di Wolbachia. 

Batteri Wolbachia all'interno di una cellula animale

Normalmente il batterio non infetta le zanzare Aedes aegypti

Il WMP introduce zanzare Aedes aegypti infettate con Wolbachia nelle popolazioni di zanzare locali. Questo batterio ha la capacità di interferire con la capacità delle zanzare di trasmettere virus agli esseri umani. Quando una zanzara infettata con Wolbachia si accoppia con una zanzara non infetta, la progenie eredita il batterio, portando gradualmente alla diffusione di Wolbachia in tutta la popolazione di zanzare locali.

L'approccio è considerato sicuro per l'ambiente e per gli esseri umani, poiché non prevede l'uso di pesticidi o modifiche genetiche.

Le zanzare infettate con Wolbachia hanno una capacità significativamente ridotta di trasmettere i virus, riducendo così l'incidenza di malattie come dengue e Zika nelle aree trattate.

Una volta stabilito nella popolazione di zanzare, Wolbachia si diffonde naturalmente senza la necessità di interventi continui.

Il programma è attivo in numerosi paesi, tra cui Australia, Brasile, Colombia, Indonesia e Vietnam, e i risultati sono stati promettenti con una significativa riduzione dei casi di dengue in molte delle aree trattate.

Nonostante il successo, il WMP deve affrontare alcune sfide, come la necessità di monitorare continuamente l'efficacia del programma, l'accettazione della comunità locale, e l'adattamento a diverse condizioni ecologiche e culturali.

Il World Mosquito Program rappresenta quindi un approccio promettente e innovativo per la lotta contro malattie trasmesse dalle zanzare, combinando la biotecnologia con un impatto ambientale minimo. 


fonti: 

World Mosquito Pgogram 

Guida ISS sulle zanzare 

Aedes aegypti e Aedes albopictus aree geografiche 

Wolbachia

Studies on Rickettsia-like microorganisms in insects



Quanto è attendibile il test di Rorschach?

Buongiorno cari amici, oggi vi racconto un'esperienza emozionante che ho vissuto.
Per curiosità, ho fatto il test di Rorschach con uno psicologo e ho scoperto una cosa sorprendente.
Ecco la conversazione:


-Io: "E quindi lei in base a questo test può dirmi molte cose sulla mia personalità?"
-Dott: "Ma certo, lei mi dica cosa vede in questa figura".


-Io: "Un pipistrello".
-Dott: "Bene. E in quest'altra?"


-Io: "Un altro pipistrello".
-Dott: "Interessante. Ora mi dica cosa vede in questa".


-Io: "Sempre un pipistrello".
-Dott: "Affascinante!"
-Io: "Dott. non mi tenga sulle spine, mi dica cosa risulta. E' grave? Cosa ha scoperto?"
-Dott: "Lei è Batman!" 🦇😂😂😂


A parte gli scherzi, volevo semplicemente parlarvi di questo famoso test, risalente al 1921, perché mi sono chiesto:
Ma quanto è attendibile il test di Rorschach?
Ed ecco la risposta tratta da un articolo di «Le Scienze».
Il test proposto negli anni venti dallo psichiatra svizzero Hermann Rorschach - nel quale si chiede ai soggetti di descrivere ciò che vedono in una serie di dieci macchie d’inchiostro - è il più popolare tra i metodi proiettivi ed è somministrato ogni anno a centinaia di migliaia, o forse milioni, di persone.
A dispetto della sua popolarità, il sistema inciampa su due importanti criteri che risultavano già problematici all'inizio: l’affidabilità nella valutazione e la validità. Uno strumento affidabile nella valutazione porta a risultati analoghi indipendentemente da chi valuta e tabula le risposte. Una tecnica è valida se misura ciò che intende misurare.
Il metodo non individua in modo costante depressione, ansia o personalità psicopatica. Inoltre, per quanto gli psicologi somministrino il Rorschach per stabilire la propensione alla violenza, all’impulsività e al comportamento criminale, le ricerche fanno ritenere che nemmeno per questi obiettivi il test sia valido.
I risultati delle nostre ricerche servono forse a contrastare un quadro delle tecniche proiettive eccessivamente roseo. I nostri risultati offrono anche una lezione più ampia per chi pratica nelle cliniche, per gli studenti di psicologia e anche per il grande pubblico: perfino i professionisti di più lunga esperienza possono essere ingannati dalle loro intuizioni e dalla loro fiducia in strumenti la cui efficacia non trova conforto nei dati.
Generalmente non è considerato un test su cui basarsi senza ulteriori approfondimenti.


link all'articolo su Le Scienze



L'Eone Adeano

Vai indietro nel tempo… in un periodo da 4,6 a 4 miliardi di anni fa. Per noi che siamo abituati a una scala temporale molto limitata, è estremamente difficile immaginare queste enormi estensioni del tempo. L’Eone Adeano (da Ade, dio degli inferi) è il più antico periodo geologico della storia della Terra. 

Eone Adeano
Ricostruzione della superficie terrestre nell'eone Adeano 

Questo intervallo di tempo è caratterizzato da rocce sedimentarie alterate, con cristalli di zircone estremamente antichi di 4,4 miliardi di anni fa. 

Zircone
Cristallo di zircone al microscopio ottico 

Le rocce di età adeana sono estremamente rare, a causa della continua attività tettonica ed erosiva sul pianeta, e affioramenti di questo periodo sono stati identificati esclusivamente in Groenlandia occidentale, datati a 3,8 miliardi di anni fa, in Canada nordoccidentale e in Australia occidentale. Questo è quello che viene definito “tempo profondo” e ci ricorda che il pianeta Terra ha una storia lunga e complessa, piena di segreti non ancora scoperti. E ci insegna che noi umani non siamo gli esseri più importanti del pianeta (quello lo insegnano le religioni), ma siamo un insignificante granello di polvere nell'immenso tessuto dello spazio-tempo. 



Il pangolino: animaletto corazzato

 Uè! Cari amici amanti della biodiversità e difensori degli animaletti buffi. Oggi ci tuffiamo nel mondo di un cavaliere corazzato, l’eroe schivo della classe dei mammiferi. 

Pangolino

Il pangolino, con la sua armatura di squame e il suo sguardo timido, potrebbe sembrare uscito da un libro fantasy. Ma non lasciatevi ingannare, questo piccolo mammifero è più fragile di quanto appaia e sta combattendo una battaglia per la sopravvivenza. Fino al 2020 la maggior parte delle persone non sapevano nemmeno che cacchio fosse un pangolino, poi, di colpo, i TG di tutto il mondo ne parlarono come del possibile vettore che aveva permesso il salto di specie del virus responsabile della pandemia di CoViD-19. Il pangolino e una specie di pipistrello cinese furono i principali indiziati. Eppure ci sono ragioni più affascinanti  per approfondire la conoscenza di questo animaletto buffo. 

Alcune specie di pangolini, come il pangolino gigante (Manis gigantea) e il pangolino di Temminck (Manis temminckii), vivono prevalentemente al suolo nelle foreste e nelle savane africane. 

Altre specie abitano le zone tropicali dell’Asia meridionale e del Sudest asiatico. Ad esempio, il pangolino delle Filippine (Manis culionensis) è noto per le sue scaglie più piccole e la coda più corta. 

Esistono 8 specie di pangolini, e tutti sono minacciati di estinzione. 

Più di un milione di pangolini sono stati trafugati negli ultimi decenni per il commercio illegale. E vai! Noi sapiens non ci smentiamo mai. Cogliamo ogni occasione per dimostrare di essere delle teste di ca##o! 

A differenza dei supereroi, i pangolini non hanno superpoteri per difendersi, solo le loro squame, che sono fatte di cheratina, la stessa sostanza delle nostre unghie, e contro i bracconieri non hanno alcuna protezione. E badate che non sono solo i Paesi asiatici a favorire queste pratiche illegali. Anche in Europa è piuttosto florido il commercio di parti di questo animale le cui squame e la cui carne sono considerate taumaturgiche e per questo utilizzate come ingrediente per medicinali fai-da-te, la cui valenza non ha alcunché di scientifico, al pari di ossa di tigre, bile d’orso e cavallucci marini. 

Nel solo 2018 nel continente europeo sono stati certificati circa mille sequestri di questo genere di prodotti per un totale di oltre 7 tonnellate suddivise in circa 300 mila dosi o unità. 

Il bracconaggio e il commercio illegale di squame e carne sono i principali nemici del pangolino, ma io aggiungerei anche la stupidità umana. Perché se pensi che assumere polvere di squame di pangolino ti faccia funzionare meglio l'uccello o ti guarisca da qualche malattia, allora sei proprio un idiota! 

La ricerca scientifica e la conservazione sono le armi che possono aiutarci a difendere questi preziosi animali. 

La nostra missione è SENSIBILIZZARE il pubblico e COMBATTERE il commercio illegale di animali selvatici.

Dobbiamo alzare la voce per questi piccoli guerrieri. Non sono solo una curiosità naturale, ma una preziosa risorsa di biodiversità.

In conclusione, il pangolino non ha bisogno di essere il protagonista di leggende o miti. Ha bisogno di noi, di scienza e di azioni concrete. Quindi, la prossima volta che vedrete l'immagine di un pangolino, ricordate: dietro c’è una storia, una vita, una battaglia che merita di essere raccontata.

Navigare nella conoscenza ci porta a scoprire creature straordinarie come il pangolino. Continuate a esplorare, a imparare e, soprattutto, a proteggere! 





Io sono una moltitudine

 Quando qualcuno parla di sé usando il plurale, solitamente noi pensiamo che stia attribuendosi una grande autorevolezza, infatti chiamiamo questo modo di esprimersi "plurale maiestatis". 

Eppure, se volessimo essere coerenti e logici, ognuno di noi dovrebbe riferirsi a se stesso usando il plurale. Ma non perché ci sentiamo importanti e al di sopra degli altri, ma perché non siamo da soli. 

E sì, perché nessuno di noi è un singolo individuo, un singolo essere vivente. 

E questo non vale soltanto per gli esseri umani, ma per tutti gli animali e le piante su questo pianeta. 

Ognuno è una comunità, una sorta di condominio, che ospita da diverse centinaia a diverse migliaia di specie di microrganismi che chiamiamo microbiota. 


Microbiota intestinale
Microbiota intestinale

E il microbioma? Ok, facciamo chiarezza. 

Microbiota e microbioma sono due termini spesso usati come sinonimi. Ma non lo sono. E' importante capire la profonda differenza di significato tra le due parole.

Microbiota si riferisce a una popolazione di microrganismi (batteri, funghi, lieviti, archeobatteri, protozoi e virus) che colonizza un determinato luogo, ad esempio un essere umano. 

Il termine microbioma, invece, indica la totalità del "patrimonio genetico" posseduto dal microbiota, cioè i geni che quest’ultimo è in grado di esprimere. 

Può sembrare banale ma le parole sono importanti e usarle nel modo corretto aiuta a capire e imparare. 

Prossimamente parleremo in modo approfondito del microbiota e del ruolo fondamentale che ha nel mantenimento della vita di ogni organismo vivente complesso, quindi anche della nostra. 

Nel frattempo vi consiglio il libro di Ed Yong "Contengo Moltitudini". 

La comprensione di questo micromondo è fondamentale per la nostra salute e la nostra vita, anche da un punto di vista etico-filosofico. 

Secondo le attuali conoscenze paleoantropologiche, la nostra specie, sapiens, è comparsa sulla Terra circa 300.000 anni fa. Un'inezia in paragone con i batteri che comparvero sul pianeta quasi 4 miliardi di anni fa. Forse faremmo bene a riflettere e considerare di coltivare un po' più di umiltà e modestia. 

Il mistero dell'orgone

 Spesso capita, parlando di alcuni argomenti scientifici, che qualche "libero pensatore" (leggi "analfabeta funzionale"), se ne esca con qualche citazione di qualche scienziato o addirittura premio Nobel, che avrebbe fatto dichiarazioni a sostegno di qualche teoria strampalata, ma che il libero pensatore ritiene una prova inoppugnabile a conferma della validità delle sue credenze bislacche. 

Ma è possibile che uno scienziato, una persona che ha studiato la scienza e che quotidianamente è a contatto con ricerche ed esperimenti, possa cadere nella trappola dei bias cognitivi o peggio, andare proprio fuori di testa e mettersi a promuovere teorie assurde e fantascientifiche? 

Ebbene sì, ed è proprio la storia che sto per raccontarvi, una delle tante. 

14 dicembre 1954, deserto dell’Arizona, Wilhelm Reich sta scrutando il cielo. Sembra una normale giornata come tante ma, all’improvviso, tra le nuvole, Reich scorge un bagliore accecante. Prende il suo Cloudbuster, un aggeggio da lui inventato, e lo punta verso quella che considera un’astronave aliena. Gli alieni rispondono all’attacco, provocandogli diversi danni (o almeno così racconta lui). 

Wilhelm Reich
Wilhelm Reich

 

A un certo punto Reich inizia a pensare che gli alieni abbiano risposto per l’energia del suo arnese. Ed ecco che inizia uno dei suoi ultimi deliri, secondo cui lui stesso sarebbe stato un incrocio tra esseri umani e alieni: “Sono io forse un uomo dello spazio? Non è affatto impossibile che esseri provenienti dallo spazio esterno siano atterrati (o atterreranno in futuro) sulla Terra, e che, quali che possano essere le loro ragioni, abbiano incominciato a riprodursi qui”. 

Reich scrisse la sua teoria circa il rapporto tra UFO ed “energia orgonica” dopo aver letto Flying Saucers from Outer Space (1953) un libro di saggistica di Donald Keyhoe sugli oggetti volanti non identificati. 

FlyingSaucersFromOuterSpace
Flying Saucers From Outer Space

Il presunto scontro energetico nel deserto tra lui e gli extraterrestri si verificò circa tre settimane dopo aver visto "La Guerra dei Mondi" (1953). 

Reich non era un semplice imbroglione, era lievemente psicotico, disturbo che gli fu effettivamente diagnosticato. 

Nato da una ricca famiglia ebrea nel 1897, Wilhelm Reich, dagli anni '30 fino alla sua morte, ha fatto di tutto per cercare di dare credibilità scientifica alle sue teorie e alle sue bizzarre invenzioni. 

Brillante allievo di Freud, inizia prestissimo la sua carriera di medico, entrando fin da giovane nella Società Psicoanalitica di Vienna. 

Nel 1925 la prima pubblicazione: Il carattere pulsionale. 

Nel 1927 Reich si iscrive al Partito Comunista di Germania e pubblica un altro libro: La funzione dell’orgasmo. 

In quegli anni Hitler prendeva il potere. Wilhelm era comunista e pure ebreo, così fuggì in Austria e poi in Scandinavia, prima di rifugiarsi negli U.S.A. nel 1939. 

Reich iniziò a fare ricerche per la cura di diverse malattie, tra cui il cancro. E nell’ambito di queste ricerche, forse a causa dei suoi disturbi mentali, Reich sostenne di aver scoperto un’energia cosmica fino ad allora sconosciuta: l’energia orgonica.

Una sorta di energia di colore blu, che permea tutto lo spazio e che permetterebbe di curare tutta una serie di malattie (tipo il cancro) che attaccherebbero il soggetto proprio in conseguenza del fatto che quell’energia viene a mancare. 

In "American Odissey" Reich scrive che l’orgone è “l’energia cosmica primordiale” e che “Dio è l’orgone cosmico”. Lo squilibrio di questa energia sarebbe, secondo Reich, la causa di disturbi sessuali e malattie varie. Così decide di costruire il famoso "accumulatore orgonico", una specie di scatola a dimensione umana, rivestita di metallo. 

Accumulatore orgonico

Per tentare di dar credito alla sua teoria, Reich scrisse una lettera ad Albert Einstein ed egli acconsentì a incontrarlo un anno dopo, nel 1941. Einstein, si dimostrò interessato alle affermazioni del medico secondo le quali la temperatura della scatola si alzava, anche senza fonti di calore.

Ma i test di Einstein dimostrarono che le uniche differenze di temperatura all’interno e all’esterno della scatola erano dovute alla naturale tendenza dell’aria calda di concentrarsi vicino al soffitto più che vicino al pavimento.

Fu una conversazione delirante di circa quattro ore in cui Reich cercò con tutto sé stesso di dimostrare ad Einstein che il suo "orgonoscopio" permetteva di osservare l’energia orgonica circostante. Einstein lo ignorò, non riconoscendo alcuna scientificità nelle sue scoperte. 

Orgonoscopio


Negli anni '50, la Food and Drug Administration (FDA) iniziò a chiedere allo scienziato di fornire dati e prove delle sue ricerche, ma egli non ne fornì mai. 

Un professore dell’Università dell’Oregon, che aveva comprato un accumulatore, disse all’ispettore di sapere che si trattava di una bufala. Ma trovava la scatola ugualmente utile perché sua moglie vi sedeva dentro tranquilla, per quattro ore al giorno. 

Reich venne arrestato l’11 marzo del 1957 dall’FBI. Morì qualche mese dopo, il 3 novembre. Reich usava la terapia orgonica senza che questa avesse basi scientifiche e fosse effettivamente riconosciuta come terapia. Nonostante ciò, ci sono molti furboni che tutt’oggi costruiscono accumulatori orgonici in tutto il mondo e siti farlocchi di pseudoscienze che promuovono la validità di questa bufala. Senza contare quelli che accalappiano i gonzi creduloni vendendo loro gli oggetti fatti di "orgonite". 

L'orgonite è un'invenzione esoterica e pseudoscientifica costituita da una miscela di metalli e materia a base di carbonio (la "matrice") e che contiene per lo più cristalli o minerali e talvolta altri additivi. 

Trappola per allocchi


L'orgonite è utilizzata nell'ambito della medicina alternativa qualificata come pseudoscienza dalla comunità scientifica. 

Ho fatto un'accurata ricerca per trovare articoli scientifici seri a sostegno di questa fantasiosa teoria. Indovinate quanti ne ho trovati? Nemmeno uno. 

Gli unici siti che promuovono come valide queste teorie sono i siti di pseudoscienze e complottismo. Nessun sito scientifico serio sostiene queste fantasie. 


La teoria dell'orgone è ritenuta inattendibile da tutta la comunità scientifica in quanto incompatibile con le attuali conoscenze scientifiche e priva di conferme sperimentali ed è altresì considerata semplicemente pseudoscienza. 

Pdeudoscienza

Ma non c'è da meravigliarsi, in fondo quante persone credono di potersi curare con l'omeopatia, nonostante la non scientificità di questa pratica? 




La Paleoarte

 Ebbene sì, ho avuto il privilegio di intervistare un bravissimo paleoartista, Davide Bonadonna, che ha illustrato, fra mille altre cose, anche una copertina di National Geographic, mica cazzi!  

National GeographicIntervista

E' stata una piacevole chiacchierata su questa straordinaria arte, i soggetti, le tecniche, la ricerca scientifica. 

Ecco il video dell'intervista

 










Ospitalità

 La natura riserva sorprese perfino su un balcone nel centro città. Ed ecco che in una gelida e ventosa giornata, in pieno inverno, è venuta a rifugiarsi tra le mie piante, una splendida Vanessa atalanta, un lepidottero appartenente alla famiglia Ninfalidi, diffuso nelle zone temperate di Eurasia e Nord America. 

Vanessa atalanta 
Vanessa atalanta


Quando ho avvicinato una mano per sfiorarla, si è agganciata con una zampina e mi si è arrampicata sulla mano e per lungo tempo è rimasta lì. Di volar via non ne voleva sapere (come si vede nel video). 

clicca per vedere il video

L'ho ospitata nel mio studio su una pianta di Pothos (Epipremnum aureum) varietà golden. 


Dopo alcuni giorni il meteo è migliorato e così l'ho lasciata andare per la sua strada. 

Questa specie vive per circa undici mesi e in inverno è anche in grado di cadere in uno stato di ibernazione, da cui si risveglia in primavera. 

Nelle zone dell'Europa meridionale, è comunque in grado di alzarsi in volo anche d'inverno se il tempo è bello. 



Imparare a praticare l'ecologia

Un'invenzione affascinante 

Bici
La mia fantastica bici

Decidere di non utilizzare l'automobile può sembrare una scelta drastica e inutile, se non quasi impossibile, ma la scienza ci dice che non è così. 

Personalmente ho deciso di non possedere affatto un'automobile e di usare, come mezzo di trasporto, la mia vecchia bici. 
Nonostante i suoi quasi 30 anni, è in ottime condizioni, ma aveva bisogno di una revisione, per controllare che tutto funzionasse al meglio. Così mi sono cimentato in un meticoloso lavoro di manutenzione ed ho smontato completamente la bici. 


Bici
La mia bici smontata

Ho controllato, pulito e sistemato ogni singolo componente, fino alle piccole viti e le sferette dei cuscinetti. 

Bici

Questa impresa mi ha dato l'opportunità di capire la complessità e l'ingegno che si nascondono dietro una semplice bicicletta. 





Questa meraviglia della tecnologia è un concentrato di fisica e matematica. 

Una combinazione di apparati  meccanici che assolvono svariate funzioni. 











L'invenzione della bicicletta è da attribuire al barone tedesco Karl von Drais nel 1817. La bici quindi ha compiuto ben 207 anni! 

Il nome scelto dal barone per la sua bici fu Laufmachine  (macchina da corsa) ma molti, in suo onore, la chiamarono draisina o draisienne in francese. 

Draisina

In Italia fece il suo debutto nel 1819. 

La bicicletta può essere considerata la macchina più efficiente dal punto di vista energetico,  oltre 200 volte più efficiente che andare in moto o in auto. 

Nessun altro mezzo riesce a convertire una parte così alta dell’energia consumata, in movimento: secondo alcune stime, in condizioni reali di utilizzo, il 98% dell’energia spesa da chi pedala viene trasformata in spinta in avanti. Valori molto distanti da quelli di un’automobile a combustione interna, che ha un’efficienza che di rado supera il 30% e, per giunta, ottenuti senza inquinare e con un consumo di materiali e risorse molto inferiore. Insomma, in un momento segnato da prezzi dell’energia molto elevati e da livelli di inquinamento crescenti, la bici è un’alternativa eccellente all’auto, soprattutto per le distanze tipiche dei centri urbani. 

Chi va in bici è sia passeggero che motore e fa uno sforzo minimo per rimanere in posizione. I suoi muscoli sono utilizzati solo per la locomozione, in modo molto efficace.

A velocità costante, non c’è quasi nessuna “perdita” di energia cinetica e questa riguarda solo le gambe e interessa solo l’1% dell’energia cinetica totale del ciclista.


Grafico

I dati provengono da Sustainable Transport Public Policy E6-40-04-021 del prof. David Banister della Oxford University School of Geography e riportano i consumi energetici per km, nell' ordine:  bicicletta, camminare, tram o metropolitana leggera, bus, treno elettrificato e diesel, metropolitana (specificamente la Metropolitana di Londra), motocicletta, automobile, aereo, taxi e camion. 

Questa famosissima foto è davvero significativa. 

Einstein

Albert Einstein amava andare in bici e disse: “La vita è come andare in bicicletta: se vuoi stare in equilibrio devi continuare a muoverti.” 

Ferrara è la “città italiana delle biciclette”, dove l'utilizzo di questo mezzo da parte dei cittadini è tra i più alti in Europa: nel 1991 la percentuale di utilizzo era del 30,7% contro il 30% di Copenaghen o il 27,8% dell'Olanda. Nel 2000 un’indagine realizzata da DataBank su un campione rappresentativo ha ribadito che il 30,9% dei ferraresi continua ad utilizzare la bicicletta, ma il popolo dei ciclisti ferraresi è pari a circa l’89,5% dei suoi 135.000 abitanti. 

E le altre città? Come mai non si incentiva l'uso delle bici anche nel resto d'Italia? 
Una città dove si viaggia in bici è una città più pulita, più silenziosa, dove l'aria è meno inquinata e i cittadini sono più sani perché respirano meglio e fanno più attività fisica. 
Un sondaggio effettuato da Ipsos conferma che, in tutti i 28 Paesi (compresa l’Italia) in cui è stato condotto, la bici viene considerata determinante per ridurre le emissioni di CO2 e il traffico. 
Inoltre, una città dove si viaggia prevalentemente in bici è una città più sicura, dove il rischio di essere ammazzati da un idiota in automobile che sfreccia a 80-100 Km/h è sicuramente molto più basso. 

Ma ecco che sento già una vocina gracchiante che urla: "E gli anziani e i disabili come fanno a usare la bici?" 

Ovviamente non tutti possono andare in bici (come non tutti possono guidare l’auto o semplicemente comprarla e mantenerla), ma molti anziani e disabili possono usare la bici, a due o tre ruote, tradizionale o elettrica a pedalata assistita, e spesso possono usarla con più facilità e con meno costi dell’automobile. 
Infatti a pari velocità, in bici si consuma circa un quinto dell’energia che serve per camminare, quindi in pianura andare in bici è più vantaggioso che andare a piedi, mentre la bicicletta elettrica a pedalata assistita consente di superare molti limiti di distanza e dislivello. I tricicli possono anche ovviare a eventuali problemi di equilibrio mentre con borse e portapacchi è possibile caricare diverse decine di kg di materiali (dalla spesa, ai libri, all'occorrente per hobby e svago). 

In molti Paesi del mondo, possedere una bici è quasi un lusso ed è l'unico mezzo di trasporto, oltre ai piedi, che moltissime persone possono permettersi. 
Impariamo a pensare in modo ecologico, per il bene del pianeta, perché di conseguenza ciò si rifletterà positivamente sulla nostra vita e su quella delle generazioni future. 

Lasciate a casa l'auto ogni volta che potete e usate una bici, ne guadagnerete in salute per voi e per il pianeta. 

Bici
La mia fantastica bici con il carrello per trasportare qualsiasi cosa



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