Panace di Mantegazza (Heracleum mantegazzianum).
E' una pianta erbacea di grandi dimensioni, con fusti vigorosi cavi, spesso con macchie rosse. Può raggiungere i 2-5 metri di altezza. Le foglie sono profondamente lobate, a 3 o 5 segmenti con divisioni meno profonde, i fiori sono di color bianco o verde-giallastro, organizzati in infiorescenze ombrelliformi che raggiungono 50 cm di diametro mentre i frutti sono lunghi 10–14 mm e larghi 6–8 mm, obovati, bordati da peli irti. La fioritura ha luogo da giugno ad agosto. La si trova nei prati, sulle rive dei fiumi e nei luoghi incolti, sia in pianura, sia a quote più elevate.
Ad oggi risulta diffusa soprattutto in cinque regioni in Italia: Lombardia, Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta e Veneto.
E' una specie alloctona (è stata importata in Europa alla fine del XIX secolo come pianta ornamentale dal Caucaso).
La sua pericolosità è legata principalmente alla tossicità cutanea e oculare della sua linfa, che si verifica con la fotoesposizione, e alla capacità di minacciare la biodiversità provocando il deperimento e la distruzione della vegetazione indigena. Per tali motivi è considerata una pianta infestante e fa parte delle cosiddette specie aliene invasive.
Se toccata può provocare gravi infiammazioni della pelle con estese lesioni bollose che possono lasciare cicatrici permanenti. A volte può essere necessario il ricovero in ospedale. Piccole quantità di linfa negli occhi possono causare cecità temporanea o anche permanente. Queste reazioni sono dovute alla presenza, nelle foglie, nei fiori, nei semi, nel tronco e nella radice di derivati furocumarinici (le furanocumarine, o furocumarine, sono una classe di sostanze organiche naturali prodotte da certe varietà di piante) che sono in grado di penetrare nel nucleo delle cellule epiteliali e legarsi al DNA uccidendo le cellule.
Se doveste avvistarla NON TOCCATELA! Informate la forestale o i vigili del fuoco, che si occuperanno della rimozione.
In caso di contatto con la pianta, utilizzare subito acqua e sapone neutro, ma va valutata anche la possibilità di recarsi al pronto soccorso, per farsi prescrivere il trattamento necessario.
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